sabato 3 maggio 2014

"Watersnakes" di Tony Sandoval



Ho accettato volentieri il cortese invito della casa editrice Tunué - editori dell'immaginario ad essere ospitato al Comicon di Napoli per raccontare le loro attività di fiera e incontrare i loro autori.
E' stata l'occasione per conoscere e scoprire, artisticamente e umanamente, alcuni autori che non avevo mai accostato approfonditamente.
Nei prossimi giorni posterò una serie di ritratti/recensioni dei vari ospiti dello stand Tunué, oltre agli articoli su altri autori che verranno postati su Fumettologica.
Iniziamo con Tony Sandoval e il suo nuovo volume "Waternakes".


E’ un rinomato paradosso che leggendari maestri della commedia, immortali dispensatori alle masse della magia della risata, divenuti essi stessi sinonimo di comico (come Totò o Chaplin) siano stati nella vita privata invincibili malinconici, cronicamente timidi o amaramente introspettivi.
Un’antinomia uguale e contraria, interessante nella misura in cui è spiazzante, illumina la figura di Tony Sandoval.
Se le sue storie, ad una lettura immediata, colpiscono soprattutto per le ambientazioni cupe, i risvolti inquietanti, le atmosfere torbide e macabre, la sua personalità è tra le più solari e aperte del mondo del fumetto. Un vero e proprio compagnone, amante della birra, della buona tavola e delle lunghe chiacchierate notturne. Un messicano che risiede a Berlino (mescolanza quanto mai vivace e fascinosa), che mal sopporta l’invasione tecnologica dei social nelle nostre vite proprio perché ama e cerca il vero contatto umano. Un autore che si concede senza alcuna distanza ai propri fan, la cui naturale simpatia esplode in scroscianti risate, che ritmano  spontanemente il torrente di parole che riversa sull’interlocutore.

Uno dei rari momenti in cui con Sandoval non stiamo ridendo
Il suo ultimo libro, “Watersnakes”, possiede tutte le caratteristiche della sua identità autoriale, ormai giostrate con un controllo narrativo felicemente maturo.
La vicenda, fortemente connotata nelle chiavi del “diverso” e dell’oscuro, si nutre di numerose e contrastanti suggestioni, che la rendono intrigante anche a un lettore non di genere.
Tutto è sospeso tra magia e illusione, tra realtà e proiezione mentale, mantenendo costantemente teso fino alla fine il filo di una sottile ambiguità interpretativa.
Sandoval si concede anche qualche furbesco ammiccamento “diabolico” ai suoi lettori, ma sa calare una storia altrimenti poco avvincente in un contesto di grande forza simbolica. Senza spoilerare, l’autore mescola con malcelata sprezzatura elementi archetipici del mito universale (l’acqua come elemento di morte e resurrezione, il contatto vivifico col mondo dei morti, il sorgere dall’inconscio di potenti figure mistico-guerriere, l’accesso nel quotidiano ad un regno soprannaturale come chiave di lettura del cosiddetto mondo reale), dando così profondità e fascino ad una storia che altrimenti ben poco ci avrebbe attratto.
Oltre alla presa immediata di ingredienti disturbanti o lascivi, l’interesse che il libro desta è proprio nella capacità di creare nuove e convincenti variazioni su uno spartito già suonato con successo.
E la reinterpretazione costante delle propria ispirazione è il segreto di un autore longevo.

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