Uno dei pochi cardini di questo blog è l'onestà intellettuale.
Credo sia il primo requisito per essere fedeli all'intento dichiarato nel suo stesso nome.
Per spezzare i limiti della propria mente bisogna innanzitutto conoscerli e ri-conoscerli.
Pascal docet.
Ho già ripetuto in molte sedi che non sono affatto una persona modesta.
Ma considero l'umiltà, quella autentica, il sigillo dei grandi.
Vengo al punto.
Dopo i primi articoli pubblicati in questo mio diario virtuale, alcuni dei quali si occupavano di opere grafiche, da più parti sono stato invitato a dire la mia, per iscritto o presenziando a incontri, nell'ambito dei fumetti.
La cosa non può che farmi molto piacere, e ringrazio sinceramente gli autori di tali proposte, che intendo raccogliere con impegno ed entusiasmo.
Ma voglio chiarire un punto fondamentale: non sono per nulla un esperto di fumetti.
Intendo dire che vi sono numerosissime persone che a livello tecnico e storico ne sanno molto più di me.
Non sono un addetto ai lavori.
Sono soltanto un avido lettore, che divora con la stessa passione Stendhal e Alan Moore, Gadda e Pazienza.
Un fruitore della bellezza universale che si estasia davanti alle visioni di Tarkovskij come davanti alle tavole di Moebius. E che, credo, abbia sufficiente intelligenza per comprendere come questi grandi autori abbiano utilizzato linguaggi e forme d'arte differenti. E, ripeto, sufficiente umiltà per studiare l'argomento fumetto con la serietà e il desiderio d'apprendimento con cui in passato si è accostato a Caravaggio o a Rossini.
La mia estrazione è filosofico-letteraria, e le mie competenze in senso stretto fanno di me un possibile esperto (per quanto questa espressione possa avere senso) in altri campi.
Potrei arrivare primo ad un quiz su Dylan, tra i primi dieci ad uno sulle opere italiane di Mozart, ma arriverei settecentoventinovesimo a uno su Kirby o su Frank Miller.
Ho sempre pensato che questo mio sguardo "altro", posato da un'angolatura diversa, potesse essere una fonte d'arricchimento e un ampliamento di visione nella riflessione critica sul fumetto, un contributo "esterno" ma non "estraneo" a quelli sfornati dalle rispettabilissime enciclopedie viventi sul tema. Fedele come sempre al dettato di Carmelo Bene che, citando Tommaso Landolfi, amava ripetere: “Non si può fare letteratura con la letteratura, poesia con la poesia, pittura con la pittura...”.
Finora i riscontri sembrano confortare questa mia arrischiata presunzione.
E' dunque colpa vostra se insisterò.
Credo sia il primo requisito per essere fedeli all'intento dichiarato nel suo stesso nome.
Per spezzare i limiti della propria mente bisogna innanzitutto conoscerli e ri-conoscerli.
Pascal docet.
Ho già ripetuto in molte sedi che non sono affatto una persona modesta.
Ma considero l'umiltà, quella autentica, il sigillo dei grandi.
Vengo al punto.
Dopo i primi articoli pubblicati in questo mio diario virtuale, alcuni dei quali si occupavano di opere grafiche, da più parti sono stato invitato a dire la mia, per iscritto o presenziando a incontri, nell'ambito dei fumetti.
La cosa non può che farmi molto piacere, e ringrazio sinceramente gli autori di tali proposte, che intendo raccogliere con impegno ed entusiasmo.
Ma voglio chiarire un punto fondamentale: non sono per nulla un esperto di fumetti.
Intendo dire che vi sono numerosissime persone che a livello tecnico e storico ne sanno molto più di me.
Non sono un addetto ai lavori.
Sono soltanto un avido lettore, che divora con la stessa passione Stendhal e Alan Moore, Gadda e Pazienza.
Un fruitore della bellezza universale che si estasia davanti alle visioni di Tarkovskij come davanti alle tavole di Moebius. E che, credo, abbia sufficiente intelligenza per comprendere come questi grandi autori abbiano utilizzato linguaggi e forme d'arte differenti. E, ripeto, sufficiente umiltà per studiare l'argomento fumetto con la serietà e il desiderio d'apprendimento con cui in passato si è accostato a Caravaggio o a Rossini.
La mia estrazione è filosofico-letteraria, e le mie competenze in senso stretto fanno di me un possibile esperto (per quanto questa espressione possa avere senso) in altri campi.
Potrei arrivare primo ad un quiz su Dylan, tra i primi dieci ad uno sulle opere italiane di Mozart, ma arriverei settecentoventinovesimo a uno su Kirby o su Frank Miller.
Ho sempre pensato che questo mio sguardo "altro", posato da un'angolatura diversa, potesse essere una fonte d'arricchimento e un ampliamento di visione nella riflessione critica sul fumetto, un contributo "esterno" ma non "estraneo" a quelli sfornati dalle rispettabilissime enciclopedie viventi sul tema. Fedele come sempre al dettato di Carmelo Bene che, citando Tommaso Landolfi, amava ripetere: “Non si può fare letteratura con la letteratura, poesia con la poesia, pittura con la pittura...”.
Finora i riscontri sembrano confortare questa mia arrischiata presunzione.
E' dunque colpa vostra se insisterò.