Considerato il grande apprezzamento che ha ricevuto il primo post che parlava delle mie attività di volontariato e meditazione (lo trovate QUI), ho deciso di raccontarvi anche questa nuova storia sempre fedele alla discrezione dichiarata.
Desidero condividere esperienze che ritengo interessanti non solo per me, non fare proseliti.
Anche perché è tutto gratis.
Quindi, dopo il programma di meditazione all'Istituto dei Sordomuti, abbiamo deciso di andare a Scampia.
Si, avete capito, bene, QUELLA Scampia.
Il teatro, reale, di "Gomorra", per intenderci.
Già so cosa starete pensando: se fosse un videogioco, al prossimo livello ci toccheranno i piduisti, poi i vampiri e i rettiliani.
A riguardo, Daniele Capuano comprensibilmente si rammarica del fatto che Giulio Andreotti sia morto (creando probabilmente un non-luogo, un interregno psichico di dolore e morte, come quello in cui Harry Potter viene torturato da Voldemort), ma almeno non avremmo la fatica di affrontare il mostro di fine livello.
Ci sembrava giusto terminare in bellezza la "Giornata Mondiale della Pace Interiore", che viste le richieste fioccanti come nespole (cit. Aldo Biscardi) dopo il servizio del Tg1, si è tramuta nella "Settimana della Pace itinerante".
Il programma era previsto alle ore 9.30 presso l'Istituto ITIS "Galileo Ferraris", ma ovviamente avevamo deciso di recarci in luogo almeno un'ora prima per allestire e organizzare.
Sette macchine da Roma e dintorni, sveglia alle 3.30, orario in cui è molto più usuale che vada a dormire.
Per facilitarmi il compito sono andato a dormire, da Roma, ad Anguillara, a casa di amici con i quali condivido la stessa lucidissima follia.
Nelle nebbie delle 4 di mattina sulla Cassia una macchina davanti a noi va a sbattere sul muro interno di un tunnel. Colpo di sonno? Il guidatore miracolosamente illeso opta per la gomma scoppiata.
Molto bene. Segni confortanti.
Raggiunto la condizione di veglia cosciente al quarto caffè in autogrill (prefigurazione terrestre di quello che saranno le penitenze infernali per i peccatori nostrani), incontriamo le altre 6 macchine di amici, oscillanti tra lo stato comatoso e l'ebbrezza delirante (pur essendo tutti astemi).
Arrivati a Scampia l'impatto è stato forte: da un lato sui muri slogan di pace e di speranza, dall'altro per strada la vita scorre normale attorno alle Vele, i famigerati caseggiati senza finestre, centro dello spaccio internazionale. Una bruttezza devastante a livello architettonico.
E' quella è la parte migliore.
Inquietanti anche in pieno giorno.
Roba che "Silent Hill" in confronto è il Mulino Bianco.
Tutto ciò detto da uno che andava a scuola alla Magliana, avendo il privilegio storico di avere come bulli i figli dei membri veri della Banda (non i manichini stampati sulle magliette per decerebrati).
Eh si, nella vita ho sempre voluto solo il meglio.
Per descrivere le Vele, ecco, diciamo che il Serpentone in confronto sembra Champs- Elysées.
Non ci sono finestre, per i più pudichi degli abitanti ci sono delle pratiche bustone dell'immondizia, a mò di invitante separè.
Le facce sono quelle di "Sin City".
Senza Jessica Alba però.
Ci sono più sgarri in faccia in tre isolati che occhi a mandorla in Mongolia.
A proposito, per gli autori di Long Wei, che hanno ambientato il numero in trasferta da Milano appunto a Corviale a Roma (disegnato con sorprendente versatilità stilistica da Stefano Simeone)...
ma che aspettate, il finale ambientatelo là!
Vi sconsiglio magari di effettuare il tech-scout in loco.
Anche se, come vedrete, io non posso dare lezioni a nessuno.
Poco dopo casa di Sauron, ci attende la scuola, l'ITIS "Galileo Ferraris".
La scuola è davvero il "Raggio di Sole" del quartiere, come viene chiamata a Napoli: una struttura ampia, funzionante, piena di ricerca e fermento civile.
Gli studenti, pur venendo da un ambiente difficile, benché vivaci, sono educati e rispettosi, molto più di quelli di zone facoltose di altre città.
Come già è capitato in altre occasioni, alla fine hanno partecipato più ragazzi del previsto.
Dopo i primi, prevedibilissimi, commenti goliardici alle prime affermazioni (che io avevo puntualmente profetizzato nel dettaglio, avendo un'età mentale da quinto ginnasio), come l'esperienza ci ha ormai insegnato, tutti i ragazzi si sono immersi in meditazione silenziosa per lunghi minuti.
Soprattutto, quelli all'inizio più intemperanti, irriverenti e sboccati.
Eh lo so, sarà conflitto d'interesse, ma devo difendere la categoria.
Tale è stato l'interesse e l'entusiasmo che, dato veramente sorprendente, i ragazzi sono rimasti dopo il termine del programma (erano dunque liberi di andarsene), per ben più di un'ora con noi a meditare.
A Lugano una volta volevano chiamare la polizia.
Visto il grande successo, stiamo cercando di organizzare un corso periodico, ovviamente gratuito nella scuola.
Le bellissime testimonianze sono state raccolte da un servizio di Rai News.
Avevano intervistato anche a me.
Avevo espresso con saggezza e dignità, con parole alate, il valore universale di questo messaggio sublime.
Un discorso indimenticabile, di cui mi sono sentito molto fiero.
Scandito con la convinzione che le mie parole avrebbero risvegliato migliaia di coscienze col loro suadente potere mantrico.
M'hanno tagliato.
Si sa, la Verità è scomoda.
Ma aspettate.
Il Bello deve ancora venire...
La scuola, come dicevamo, è terreno neutro, un'oasi di civiltà.
Per cui si, tutto bello, commovente, esperienza indimenticabile...
ma chi ha 15 anni nell'animo vuole un pò di brividi.
Per cui, al termine del corso, con alcuni amici meditanti ci siamo recati direttamente nel cuore delle Vele.
Per meditare.
Da questo potete comprendere quanto fermamente crediamo nell'idea di reincarnazione.
La scena è stata surreale: la zona è off-limits, ci sono vedette che controllano costantemente la situazione dalla finestra.
In questo caso hanno visto arrivare due macchine sconosciute, fuoriuscirne alcune persone in giacca e cravatta che si disponevano in mezzo ai sacchi d'immondizia e i campacci d'erba, tra siringhe e testimonianze concrete di promiscuità en plein air, come se fossero su eleganti tappeti in un ashram sull'Himalaya.
Come già ci è successo altre volte in luoghi malfamati, quando i sospettosi abitanti hanno visto cosa stavamo facendo hanno rinfoderato macheti e katane e non ci hanno detto più nulla, intuendo che stavamo facendo qualcosa di "soprannaturale".
Per finire, lasciando il quartiere abbiamo trovato questa scritta enorme, su una sorta di Porta di Brandeburgo del Nulla:
"QUANDO LA FELICITÁ NON LA VEDI CERCALA DENTRO".
Battuta in 3, 2, 1...no, non era un invito ad andare in galera!
Mamma mia che cinici che siete, non si può nemmeno fare una chiusura poetica...
P.S.
Per le poche anime sensibili che per caso poseranno i loro occhi innocenti su queste deliranti righe:
se volete saperne di più potete scrivere a
zarganenko@gmail.com
Desidero condividere esperienze che ritengo interessanti non solo per me, non fare proseliti.
Anche perché è tutto gratis.
Quindi, dopo il programma di meditazione all'Istituto dei Sordomuti, abbiamo deciso di andare a Scampia.
Si, avete capito, bene, QUELLA Scampia.
Il teatro, reale, di "Gomorra", per intenderci.
Già so cosa starete pensando: se fosse un videogioco, al prossimo livello ci toccheranno i piduisti, poi i vampiri e i rettiliani.
A riguardo, Daniele Capuano comprensibilmente si rammarica del fatto che Giulio Andreotti sia morto (creando probabilmente un non-luogo, un interregno psichico di dolore e morte, come quello in cui Harry Potter viene torturato da Voldemort), ma almeno non avremmo la fatica di affrontare il mostro di fine livello.
Ci sembrava giusto terminare in bellezza la "Giornata Mondiale della Pace Interiore", che viste le richieste fioccanti come nespole (cit. Aldo Biscardi) dopo il servizio del Tg1, si è tramuta nella "Settimana della Pace itinerante".
Il programma era previsto alle ore 9.30 presso l'Istituto ITIS "Galileo Ferraris", ma ovviamente avevamo deciso di recarci in luogo almeno un'ora prima per allestire e organizzare.
Sette macchine da Roma e dintorni, sveglia alle 3.30, orario in cui è molto più usuale che vada a dormire.
Per facilitarmi il compito sono andato a dormire, da Roma, ad Anguillara, a casa di amici con i quali condivido la stessa lucidissima follia.
Nelle nebbie delle 4 di mattina sulla Cassia una macchina davanti a noi va a sbattere sul muro interno di un tunnel. Colpo di sonno? Il guidatore miracolosamente illeso opta per la gomma scoppiata.
Molto bene. Segni confortanti.
Raggiunto la condizione di veglia cosciente al quarto caffè in autogrill (prefigurazione terrestre di quello che saranno le penitenze infernali per i peccatori nostrani), incontriamo le altre 6 macchine di amici, oscillanti tra lo stato comatoso e l'ebbrezza delirante (pur essendo tutti astemi).
Arrivati a Scampia l'impatto è stato forte: da un lato sui muri slogan di pace e di speranza, dall'altro per strada la vita scorre normale attorno alle Vele, i famigerati caseggiati senza finestre, centro dello spaccio internazionale. Una bruttezza devastante a livello architettonico.
E' quella è la parte migliore.
Inquietanti anche in pieno giorno.
Roba che "Silent Hill" in confronto è il Mulino Bianco.
Tutto ciò detto da uno che andava a scuola alla Magliana, avendo il privilegio storico di avere come bulli i figli dei membri veri della Banda (non i manichini stampati sulle magliette per decerebrati).
Eh si, nella vita ho sempre voluto solo il meglio.
Per descrivere le Vele, ecco, diciamo che il Serpentone in confronto sembra Champs- Elysées.
Non ci sono finestre, per i più pudichi degli abitanti ci sono delle pratiche bustone dell'immondizia, a mò di invitante separè.
Le facce sono quelle di "Sin City".
Senza Jessica Alba però.
Ci sono più sgarri in faccia in tre isolati che occhi a mandorla in Mongolia.
A proposito, per gli autori di Long Wei, che hanno ambientato il numero in trasferta da Milano appunto a Corviale a Roma (disegnato con sorprendente versatilità stilistica da Stefano Simeone)...
ma che aspettate, il finale ambientatelo là!
Vi sconsiglio magari di effettuare il tech-scout in loco.
Anche se, come vedrete, io non posso dare lezioni a nessuno.
Poco dopo casa di Sauron, ci attende la scuola, l'ITIS "Galileo Ferraris".
La scuola è davvero il "Raggio di Sole" del quartiere, come viene chiamata a Napoli: una struttura ampia, funzionante, piena di ricerca e fermento civile.
Gli studenti, pur venendo da un ambiente difficile, benché vivaci, sono educati e rispettosi, molto più di quelli di zone facoltose di altre città.
Come già è capitato in altre occasioni, alla fine hanno partecipato più ragazzi del previsto.
Dopo i primi, prevedibilissimi, commenti goliardici alle prime affermazioni (che io avevo puntualmente profetizzato nel dettaglio, avendo un'età mentale da quinto ginnasio), come l'esperienza ci ha ormai insegnato, tutti i ragazzi si sono immersi in meditazione silenziosa per lunghi minuti.
Soprattutto, quelli all'inizio più intemperanti, irriverenti e sboccati.
Eh lo so, sarà conflitto d'interesse, ma devo difendere la categoria.
Tale è stato l'interesse e l'entusiasmo che, dato veramente sorprendente, i ragazzi sono rimasti dopo il termine del programma (erano dunque liberi di andarsene), per ben più di un'ora con noi a meditare.
A Lugano una volta volevano chiamare la polizia.
Visto il grande successo, stiamo cercando di organizzare un corso periodico, ovviamente gratuito nella scuola.
Le bellissime testimonianze sono state raccolte da un servizio di Rai News.
Avevano intervistato anche a me.
Avevo espresso con saggezza e dignità, con parole alate, il valore universale di questo messaggio sublime.
Un discorso indimenticabile, di cui mi sono sentito molto fiero.
Scandito con la convinzione che le mie parole avrebbero risvegliato migliaia di coscienze col loro suadente potere mantrico.
M'hanno tagliato.
Si sa, la Verità è scomoda.
Ma aspettate.
Il Bello deve ancora venire...
La scuola, come dicevamo, è terreno neutro, un'oasi di civiltà.
Per cui si, tutto bello, commovente, esperienza indimenticabile...
ma chi ha 15 anni nell'animo vuole un pò di brividi.
Per cui, al termine del corso, con alcuni amici meditanti ci siamo recati direttamente nel cuore delle Vele.
Per meditare.
Da questo potete comprendere quanto fermamente crediamo nell'idea di reincarnazione.
La scena è stata surreale: la zona è off-limits, ci sono vedette che controllano costantemente la situazione dalla finestra.
In questo caso hanno visto arrivare due macchine sconosciute, fuoriuscirne alcune persone in giacca e cravatta che si disponevano in mezzo ai sacchi d'immondizia e i campacci d'erba, tra siringhe e testimonianze concrete di promiscuità en plein air, come se fossero su eleganti tappeti in un ashram sull'Himalaya.
Come già ci è successo altre volte in luoghi malfamati, quando i sospettosi abitanti hanno visto cosa stavamo facendo hanno rinfoderato macheti e katane e non ci hanno detto più nulla, intuendo che stavamo facendo qualcosa di "soprannaturale".
Un giorno vi racconterò bene d'un vis à vis con un ndranghetista in Puglia che non ci voleva far passare nel suo stabilimento per andare in una spiaggia libera.
Dopo alcuni alterchi a base di metafore a sfondo erotico, da me facilmente capovolte (pur rimanendo in un formale aplomb, dandogli del "lei"), mi minacciò con la pistola.
io gli ho sparato delle minacce metafisiche ("tempo tre giorni e pagherai questo affronto, non dormire la notte che tutto può succedere") facendo leva sulla sua probabile superstizione e su una certa presenza di spirito.
Oltre che, scherzi a parte, su quella che Gandhi chiamava satyagraha.
Insomma, l'acqua era un pò fredda, ma trovai un bell'angolo di spiaggia all'ombra, dove terminai uno dei tanti gioiellini di Agatha Christie.
Per una spiaggia libera, non mi sono lamentato.
(Alla fine sti malavitosi, sò na massa de fresconi...
Quasi quasi vendo i diritti a Scorsese, così fa il remake di "Quei Bravi Ragazzi" con Rowan Atkinson e Jim Carrey, quello degli esordi però).
Per finire, lasciando il quartiere abbiamo trovato questa scritta enorme, su una sorta di Porta di Brandeburgo del Nulla:
"QUANDO LA FELICITÁ NON LA VEDI CERCALA DENTRO".
Battuta in 3, 2, 1...no, non era un invito ad andare in galera!
Mamma mia che cinici che siete, non si può nemmeno fare una chiusura poetica...
P.S.
Per le poche anime sensibili che per caso poseranno i loro occhi innocenti su queste deliranti righe:
se volete saperne di più potete scrivere a
zarganenko@gmail.com
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