mercoledì 23 luglio 2014

Shakespeare's Women - Intervista a Victor Vertunni e Monia Giovannangeli

Quando annunciavamo l'intervista successiva al nostro precedente articolo (QUI) per "domani", ovviamente ci riferivamo a un domani lavorativo!
Tornati dalle vacanze (nelle quali abbiamo accumulato materiale per un anno di articoli), ecco la conversazione promessa, perfettamente sincronizzata col nuovo evento organizzato dai protagonisti dello spettacolo Shakespeare's Women, Victor Vertunni e Monia Giovannangeli.
Buona Lettura!


CZ Un noto testo di Jan Kott parla di Shakespeare nostro contemporaneo. Come ogni autentico classico, egli è perennemente attuale. Qual è l'aspetto che vi ha ispirato nella costruzione di questo spettacolo?

Monia Giovannangeli
 Sono rimasta sempre colpita dalla capacità di Shakespeare di comprendere ed esprimere, nei suoi diversi aspetti, l'animo femminile. Inoltre, le problematiche che egli descrive relativamente alla figura e al ruolo della donna sono ancora le stesse che viviamo al giorno d'oggi.
La sua attualità è assolutamente indiscutibile.

CZ Qual è la visione della donna che emerge dallo spettacolo e dalla vostra interpretazione dei personaggi shakespeariani?

MG Principalmente, abbiamo cercato di fare un viaggio attraverso figure molteplici, affidandoci ad aspetti che potessero corrispondere a diversi elementi, in modo da poter avere una gamma di colori completa. Ciò che emerge è sempre questo desiderio di ritrovare ed affermare la propria essenza, il ruolo archetipico della donna. Questo è il senso del percorso, la consapevolezza di sé che ogni donna in primo luogo rivela a Shakespeare stesso. Sono pressoché tutti personaggi fortemente consapevoli, a parte Lady Macbeth, a cui l'autore stesso nel finale rivela il suo fallimento. Shakespeare le si rivolge dicendo:  "Una farfalla le cui ali sono state strappate muore nell'agonia e nella disperazione di non poter più dipingere il cielo con i suoi colori e tu mia dama hai sradicato le tue ali per sostituirle a delle catene".
Il messaggio finale è affidato a Giovanna D'Arco che risponde alla domanda collettiva su cosa sia effettivamente il ruolo e il valore della donna. "Ciò che è davanti a voi è in realtà dentro di voi". L'energia interiore è femminile. Nello spettacolo, l''effetto corale delle donne è importante.  La figura della donna viene espressa in tutte le sue diverse sfaccettature. L'altro aspetto importante è il viaggio interiore di Shakespeare, l'evoluzione della sua consapevolezza nell'incontro con questi differenti volti dell'Eterno Femminino.


CZ Victor, noi ti conosciamo come grande studioso e interprete di William Blake.
 Ora, affronti il più grande autore in lingua inglese. Quali sono secondo te le affinità possibili fra i due geni?
Victor Vertunni
 Per me Blake ha sempre rappresentato l'archetipo dell'Artista. Un artista puro, privo di quella vanità, di quella tendenza autoreferenziale, o di quella pulsione autodistruttiva, che hanno poi caratterizzato certa visione moderna dell'artista. Egli aspirava ad esprimere con un linguaggio comprensibile delle verità universali. Questa, che potremmo definire una "poetica dell'imperfezione", profondamente umana, consente più facilmente la traduzione in altre forme (musica, canzone o teatro) dei versi di Blake, rispetto alla perfezione inarrivabile del linguaggio shakespeariano. Per Blake lo scopo dell'esistenza è la vita stessa, creare quella "Divina Umanità", che va a contrastare la figura distante e minacciosa di un Dio separato dall'uomo dipinta dalle religioni tradizionali. In realtà, per lui Dio è presente come un seme nella natura umana, e va risvegliato, amato e nutrito, espandendosi oltre la nostra mente, riabbracciando l'intera Creazione, intrecciandosi con tutti gli altri esseri viventi.  È un unico organismo. Questa organicità della concezione del mondo e dell'universo ha radici antichissime. È straordinario che venga riproposta da un'artista, non da un saggio, un profeta, un mistico, magari attraverso complicati simboli esoterici. Blake è un uomo moderno che parla di Dio non come una figura distante, ma come un amico. Questa empatia che dimostra verso l'intera umanità è molto profonda e autentica, e non solo ci conforta ma ci ispira a riscoprire e diffondere una sorta di Nuovo Umanesimo, concetto che altrimenti rimarrebbe molto astratto. Egli invita ognuno di noi a prendere atto della propria forza. Questa sua imperfezione è la sua originalità. La mentalità accademica induce gli artisti a temere l'errore, al timore del giudizio altrui, in base a un canone artificiale. La creatività è qualcosa di molto più grande e libero, utilizza qualsiasi forma per esprimersi, la musica, il teatro, la pittura etc.


CZ Qual è dunque per te il senso della creatività?
VV La creatività ha senso solo se comunica qualcosa, quindi colui che crea deve essere consapevole di questo collegamento del suo sforzo creativo. Ciò mi ha indotto a mettere in musica i versi di Blake.
Per quello che riguarda Shakespeare, ovviamente prendere i personaggi femminili come ha fatto Monia e rimescolarli è stato un atto coraggioso, anche rischioso. Ma non è stato inteso come un gesto arbitrario.Comunque la visione della donna di Shakespeare nella sua vastità non può essere completa, poiché non è una donna. Il modello maschile dell'espansionismo, del progresso inteso come dominio, che purtroppo regna nella società, nasce da una visione fondata sulla divisione. Addirittura, la donna per essere emancipata deve diventare come un uomo! Il modello non cambia, siamo sempre all'interno di questa visione maschile squilibrata. Quindi, nello spettacolo, il percorso di Shakespeare è un viaggio interiore, attraverso l'incontro con i suoi personaggi, per scoprire il potere femminile dentro di lui.
Finché l'uomo non riscoprirà questa sua parte femminile, potremmo dire sacra, non sarà mai completo.

CZ Quali sono i valori eterni che intendete rappresentare nel Theatre of Eternal Values?
VV Il valore e il diritto ad esistere, ed a condividere nel presente tutto ciò che è vitale. Questo viene celebrato nello spazio teatrale che rappresenta l'unione collettiva. L'attore diventa un canale per le forze vitali che nutrono la coscienza umana. Questa è la nostra idea.

MG Il valore è quello di risvegliare la consapevolezza, sia essa maschile o femminile. Non solo l'uomo deve comprendere la donna, ma in primo luogo la donna deve comprendere il suo valore per poter poi integrare le sue qualità con quelle maschili. Il valore di questo spettacolo non è quello di dare risposte a domande, ma risvegliare una consapevolezza che possa far trovare le risposte alle domande esistenziali profonde all'interno di ognuno di noi. Una consapevolezza che conduca ad una visione completa, integrata.

VV Questi valori eterni non sono solo condivisibili, ma realizzabili. Il teatro è un processo che risveglia in un certo senso questi valori dentro di noi. Il dramma li espone e li rivela, in quel momento essi emergono nella coscienza dello spettatore. La rappresentazione teatrale come estensione dello storytelling ancestrale acquisisce la sua importanza nell'immediatezza del contatto con gli altri esseri umani nel luogo teatrale. La risonanza del contatto dal vivo non può averla il cinema, o qualsiasi performance registrata. C'è l'ha certamente la musica dal vivo, ma è differente: la musica ti lascia una memoria della sensazione, ma non la struttura che ti ha condotto alla sensazione. Il teatro ti lascia una storia, dei simboli, delle verità che sono concettualmente ripercorribili nella mente. Il teatro è il luogo d'incontro di differenti forme artistiche, quando si trova l'armonia e la partecipazione del pubblica diventa un'esperienza magica.
I nostri valori non sono una serie di codici etici. Senza empatia, non può esserci una condotta condivisa.
Il lògos è asciutto, il pathos è soggettivo, il teatro crea l'equilibrio e l'empatia.



Avrei voluto ascoltarli per sempre, la voce di Victor è calda e ipnotica e crea una mescolanza affascinante con quella garbata e penetrante di Monia.
Chi vuole può immergersi nella grande visione culturale dei due artisti nel prossimo weekend.
sono, infatti, fra gli organizzatori del Festival della Cultura dello Spirito (informazioni QUI).


Chiariamo un punto fondamentale.
Chi scrive è allergico alla pseudo-cultura fricchettona come all'orticaria cronica.
Mi oppongo ai facili sincretismi della mentalità relativista e falsa democratica ("ogni percorso a suo modo raggiunge la verità", blah!), alla retorica "peace & love", al "volemose bbene" da ritardati finti sinistroidi (che è il vero campo fertile per la negatività destrorsa), ai lassativi minestroni New Age, a tutte le scorie buoniste post-hippy.
Mi oppongo, ho detto, e intendo con un ariete dalla punta infuocata e rotante intinta nel napalm.
Ma qui è tutt'altra storia.
La gioia è autentica, la bellezza è reale, la ricerca culturale è viva. la qualità dei musicisti, a volte, è davvero molto alta.
Soprattutto, l'esperienza della meditazione è profonda e autentica.
Chi ha dunque possibilità, si rechi ad Albera Ligure, in provincia di Alessandria, il 26 e il 27 Luglio.
Buona visione.


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