sabato 29 agosto 2015

IL SÉ NELLA KABBALAH - Misticismo e Psicologia Transpersonale



Per C.C., materna mecenate





Conosco Ivan Alibrandi da anni.
È un ricercatore incontentabile, insofferente a qualsiasi forma di irrigidimento formale o dogmatico, allergico a discipline identitarie, eppure costantemente alla ricerca di una sintesi feconda delle varie Tradizioni, che possano essere percorsi paralleli del ritorno all'Uno.
Questo suo saggio dedicato alla Tradizione cabalistica, ed alle sue implicazioni affini alla psicanalisi junghiana, è un riuscito, esemplare tentativo di sintesi transculturale.

Più arduo dei cimenti è trasporre in un linguaggio secolare antiche verità esoteriche, sedimentate nei secoli in codici fissi, eppure sfuggenti, nel sussurro iniziatico, talvolta ingannevole, nel rigore immutabile di ortodossie inattuali.
Il rischio è immane quanto altamente probabile: ripetere vetuste formule invalse, inciampare nel fango essiccato degli stereotipi convenzionali, narcotizzare la ricerca nell'agio dell'uso comune.
Rischio più che mai eventuale trattando della Kabbalah: da un lato la più misteriosa e mutevole delle discipline esoteriche; dall'altro la più sottoposta a sciocche riduzioni o corruzioni mondane (vedasi la moda hollywoodiana capeggiata da Madonna).
Alibrandi elude le molteplici trappole voraci disseminate sul terreno della divulgazione cabalistica, avanzando sul filo teso dell'approfondimento rigoroso, ma non sclerotizzato su preconcetti manualistici.



In primo luogo, l'autore ha assorbito la lezione dell'enorme sforzo di sintesi (tra ortodossia e misticismo) del grande Gershom Scholem, superandone però i necessari limiti d'impostazione (ogni processo sintetico comporta al suo interno innumerevoli minime forzature).
Si è addentrato nel labirinto di saggezza chassidica, insieme misterica e popolare, raccolto preziosamente da Martin Buber.



Ha poi, senz'altro, compulsato il più recente magistero di Moshe Idel, probabilmente il più grande interprete contemporaneo nell'ambito della riflessione essoterica sull'argomento.



Ma non solo di Kabbalah si tratta: la grande sfida (per noi vinta) è mostrare, senza forzature banalizzanti, i profondi legami dell'antica dottrina ebraica con l'essenza profonda della psicanalisi junghiana.
In ogni capitolo (il libro sconta la sua originalità d'approccio nel ritmo didascalico degli argomenti), alla presentazione della tematica centrale cabalistica segue una prospettiva psicologica, che cala l'apparentemente astratta configurazione simbolica di derivazione chassidica  nel concreto, vivente scenario mentale d'ognuno, nello scorrere e pulsare ininterrotto della nostra psiche.



Ora, chiunque abbia occhi liberi da paramenti dogmatici, e un minimo di scienza filosofica orientale, non può che cogliere subitaneamente la coincidenza quasi sovrapponibile, ad esempio, del cabalistico Albero della Vita con lo schema del corpo sottile della tradizione yogica.
Questo è solo uno degli ambiti di ricerca sincretica intuiti ed esplorati dalla grande mente archetipica junghiana.


Aggiungi didascalia

Il libro ha il merito di una trattazione approfondita che supporta con evidenze documentali (spesso elaborate dall'autore sotto forma di schema grafico) argomentazioni di grande interesse culturale.
Non vogliamo privarvi del piacere della scoperta.


Certo, per un lettore oseremmo dire profano, digiuno di studi cabalistici, o esperienze iniziatiche, la lettura è consigliata previo acquisto di alcune scatole di Moment da porre sul comodino accanto al volume, da ingerire capitolo per capitolo.
Per chiunque, invece, nutra già un interesse consistente per tali tematiche, ma non possieda conoscenze solide, il volume è un vademecum agile ed essenziale.
Particolarmente riuscite sono le pagine sul concetto di Ombra junghiana, e sulla sua urgente necessità nella consapevolezza moderna: "L'accettazione amorevole, e la limitazione non oppressiva, che lascia all'Ombra uno spazio per esistere e vivere, seppur entro certi limiti, è quindi una maniera salutare di reintegrarla nella nostra vita. Un buon esempio che mi fu dato una volta è quello di avere a che fare con un animale feroce. Se lo si lascia libero di muoversi come lui vuole, sbrana le persone provocando gravissimi danni. Se lo si mette in una gabbia stretta e rigida soffre e con lui, presto o tardi, soffriamo anche noi, perché è sempre una parte della nostra anima (...) Se gli riconosciamo, invece, il diritto di esistere ed esprimersi, allora lo spazio che gli daremo sarà quello di un ampia area recintata in cui può giocare a sbranare, correre, provocare piccoli danni innocui. Allora sarà felice e le sue energie selvatiche e la sua felicità, essendo parte di noi, ci arricchiranno moltissimo interiormente".

C.G.Jung

Al termine della trattazione (la quale nonostante lo spazio esiguo di un testo divulgativo mantiene una viva complessità tematica), Alibrandi si divincola dai limiti dottrinali di entrambi gli approcci, per giungere a conclusioni universali.
Non è da tutti concludere un testo sulla Kabbalah con una citazione dal Cristo dei Vangeli Gnostici.
Non è un caso che il libro sia inserito nella collana La via di Hermes della casa editrice Libri per Evolvere: Hermes non è solo patrono della ricerca ermetica, ma archetipicamente protettore delle intelligenze veloci e fuori dagli schemi.

Hermes/Mercurio del Giambologna
Intelligenze in grado di vedere le tracce scintillanti dell'Uno nella melma dell'apparenza crudele, come nell'ultima pagina del libro: "Espandendo la propria coscienza, l'essere umano va incontro ad una serie di funzionamenti che travalicano i confini, prima dell'Io, poi del corpo e infine della percezione che ha del Sé e della realtà circostante, in un continuo crescendo di cedimenti di limiti, fino a giungere, in un momento improvviso, e non da lui (coscienza personale e razionale) controllabile, ad uno stato privo di ogni barriera e confine, un livello di coscienza in cui non esiste più, per lasciare il posto ad ogni cosa: presente, futuro, passato, sé, altri, fusi in un continuum privo di barriere, in un amalgama indifferenziata in cui tutto e nulla sono presenti come sola cosa".

Pur nei limiti di un'opera teorica (per noi è l'esperienza fondamentale in questi ambiti), si tratta di un libro di grande interesse, in grado di aprire la mente dei ricercatori più desti.

P,S.
Per chi volesse esplorare le nostre ricerche meditative proponiamo alcuni approfondimenti:
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