sabato 20 agosto 2016

Nel nome della Dea - In cerca della Divina Madre #LEgidadiAtena

La Venere di Willendorf, testimonianza paleolitica del culto della Madre
Negli ultimi anni si è assistito ad una rinascita, caotica quanto entusiasmante, degli studi sull'archetipo della Grande Madre.
Fonte e solco di tale fioritura filosofica è chiaramente il saggio di Carl Gustav Jung Gli aspetti psicologici dell'archetipo della Madre, che con parole memorabili sancisce la primordiale priorità di questa manifestazione dell'Inconscio Collettivo: "La magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l'istinto o l'impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l'abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l'ineluttabile.".
Migliaia di pagine (alcune illuminanti, molte interessanti, moltissime fuorvianti) sono state dedicate al più antico dei temi antropologici.
Da Robert Graves a Maria Gimbutas, da Joseph Campbell a Erich Neumann, fior di studiosi hanno esplorato l'oceano di connessioni segrete, occulte intuizioni, antichissime verità legate, e negate, al culto della Dea.
Ancora Jung docet: "L'archetipo della Grande Madre possiede una quantità pressoché infinita di aspetti".
Durga, Parvati, Iside, Atena, Demetra, Maria.
Volti diversi, aspetti contrastanti, apparenze distinte dello stesso luminoso diamante divino.

Shri Durga
La Dea stessa annuncia la sua perenne, cangiante, intatta manifestazione, nell'eterno lila divino di rinascite e redenzioni, nella Parola rivelata della Protennoia Trimorfica (codice 13 dei manoscritti ritrovati a Nag Hammadi):
"“Io sono la Protennoia, il Pensiero che dimora nella Luce, io sono il movimento che dimora nel Tutto, colei in cui il Tutto pone le proprie fondamenta, la primogenita tra coloro che vennero all’esistenza, colei che esiste prima del Tutto, colei che è chiamata con tre nomi, che esiste di per sé, essendo perfetta.
Io sono invisibile all’interno del Pensiero dell’Invisibile Uno e sono rivelata in ciò che è incommensurabile e ineffabile.
Sono incomprensibile, stando all’interno dell’incomprensibile.
Mi muovo in ogni creatura.
Sono la vita della mia Epinoia, ciò che dimora in ogni Potenza e in ogni eterno movimento, all’interno di Luci invisibili, all’interno degli Arconti e degli Angeli, dei Demoni e di ogni anima che dimora nel Tartaro, di ogni anima materiale.
Io dimoro in coloro che vennero all’esistenza.
Io mi muovo in ognuno e scendo nel profondo di tutti.
Io vado rettamente e risveglio colui che dorme, sono la visione di coloro che sognano nel sonno.
Io sono l’Uno invisibile all’interno del Tutto.
Io sono colei che consiglia coloro che sono nascosti e conosco il Tutto che esiste nel nascondimento.
Io sono senza numero al di là di ognuno.
Io sono incommensurabile e impronunciabile, eppure se lo desidero mi manifesterò, interamente, perché sono lo Splendore del Tutto.
Io esisto prima del Tutto e sono il Tutto perché esisto in ognuno.
Io sono una voce che parla sommessamente.
Io esisto dal principio nel Silenzio.
Io sono ciò che è in ogni voce e la voce che è nascosta in me, nell’incomprensibile illimitato pensiero all’interno dell’illimitato Silenzio.
Io discesi nel centro degli inferi e risplendetti sopra l’Oscurità.
Io sono colei che versò l’acqua.
Io sono colei che è nascosta nelle acque radianti.
Io sono colei che illuminò gradualmente il Tutto col mio Pensiero.
Io sono unita alla Voce ed è attraverso me che la Gnosi si manifesta.
Io dimoro negli ineffabili e negli incomprensibili.
Io sono la percezione e la Conoscenza, emettendo una Voce per mezzo di Pensiero.
Sono la Voce reale e parlo in ognuno ed essi la riconoscono dato che in loro dimora un Seme.
Io sono il Pensiero del Genitore e fu innanzitutto attraverso me che la Voce venne, cioè la Conoscenza di cose che non hanno fine.
Io esisto come Pensiero per il Tutto, in armonia col Pensiero, inconoscibile, irraggiungibile.
Io manifestai me stessa, Io, tra tutti coloro che mi riconoscono, perché io sono colei che è unita ad ognuno nel Pensiero nascosto e nella Voce esaltata.
Tale Voce viene dal Pensiero nascosto, incommensurabile dimora nell’Incommensurabile.
È un mistero, irrefrenabile per la sua incomprensibilità, invisibile a tutti coloro che sono manifesti nel Tutto.
È luce che dimora in Luce.".


Ora, Massimo Agostini, moderno ricercatore sulle tracce di una Gnosi sepolta, contribuisce al dibattito con un testo emblematicamente intitolato Nel Nome della Dea (ed.Sinclair).


Libro a tesi, interessante, documentato, in cui affiorano pregiate congiunzioni esoteriche, dotte sorprese etimologiche, spunti di ricerca autentica.
Ciò che diverge nella nostra interpretazione dalle tesi di Agostini (e dall'intera visione dello Shaktismo nella storia della letteratura antropologica e delle religioni) è ciò che periodicamente appelliamo "l'equivoco tantrico", in cui inciamparono anche menti eccelse come Zolla.
Per reazione all'oppressione sessuofobica paolina, si esalta il represso, sotterraneo culto ierogamico, la prostituzione sacra, la commistione (tecnicamente errata) tra Kundalini e Mooladhara Chakra.
Mooladhara in sanscrito è "supporto della radice".
La radice è l'osso sacro, sede della Kundalini.
Dunque, non si può essere supporto di se stessi. Per definizione, si sostiene altro.
Non c'è relazione alcuna tra Kundalini e attività sessuale.
Ma, tecnicalità yogiche a lato, ci rifiutiamo di sottoscrivere tale concatenazione allegorica sulla base di una semplice osservazione: La Madre è madre, la sorella è sorella, la sposa è sposa.
Questi aspetti certo convivono nell'archetipo femminile, nell'integrazione yogica del profilo psichico di una donna realizzata.
Ma sono distinti.
I danni di Freud continuano a intaccare anche gli ambiti del pensiero tradizionale.
A differenza di Agostini, che nutre i suoi studi di dichiarati stimoli della massoneria contemporanea, riteniamo interessanti solo le prime 50 pagine del best-seller di Dan Brown, in cui si riassume per le masse la considerazione sacrosanta che segue: le religioni ufficiali, le teologie dogmatiche hanno rimosso il Femminile Sacro dal Divino (si pensi a Padre, Figlio e...Madre?), il quale è invece stato recuperato esotericamente da tutte le correnti mistiche (Sufismo, Qabbalah, Gnosi) e dai grandi artisti illuminati (Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, William Blake).
Paccottiglia è, invece, la china scandalistica del finale, col rituale ierogamico spiattellato a destare prurigini blasfeme.
Pessimo servizio alla Gnosi, splendido assist ai bacchettoni ipocriti nelle tenebre vaticane.
Come scrive con sopraffina ironia il coltissimo studioso Gregoire de Kalbermatten ne Il Terzo Avvento: "Dio, in aggiunta a tutte le altre cose, ha anche creato l'intelligenza e usarla non è peccato".


La Madonna della Misericordia di Piero della Francesca
Condividiamo, invece, ogni parola della ricostruzione di Gwenael Verez ne La Madre e La Spiritualità - La riscoperta della Dea, che affranca la metafora nuziale dall'ispirare pratiche rituali a carattere sessuale, bensì la restituisce nel suo valore squisitamente allegorico, di fusione psichica delle due energie, maschile e femminile, nell'equilibrio del Tao: "Quando la Dea Madre Kundalini si risveglia, porta con sé nella sua ascensione lo Spirito, al quale essa si unisce nella zona limbica del Cervello (che la tradizione spirituale dell’India denomina Sahasrara) appena al di sopra di ciò che la medicina chiama Talamo, termine che significa in greco Camera Nuziale”. Così, oltre al punto di unione dell’anima umana a Dio, lo Yoga è è il luogo di ritorno all'unità divina primordiale prima della separazione cosmica tra un principio maschile e uno femminile. È l’unione dello Sposo e della Sposa del Cantico dei Cantici, lo Hyeros Gamos dei neo-platonici. La Kundalini è purezza assoluta, espressione divina di verginità. Essa è Gauri, nome che significa la Vergine nella tradizione indiana. Essa genera la nascita spirituale senza l’intervento del Padre, come la nascita virginale del Cristo. La Kundalini è quindi Vergine Madre, come Maria, ed è lo stesso principio che l’Occidente ha adorato nella sua espressione religiosa".


Un dibattito cruciale che prosegue da secoli, nella quiete violata e poi restaurata dei templi del Maharashtra, nel silenzio iniziatico delle logge, nella mente vulcanica in divenire, vero Kurukshetra, di ogni ricercatore della Verità.

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