La settimana prima di Lucca Comics (& Games), comprensibilmente, la stampa, digitale e non, è invasa da classifiche, liste, consigli per gli acquisti, guide più o meno affidabili per districarsi in quella giungla labirintica di offerte e nuove uscite fumettistiche (e affini) che, di fatto, è la mastodontica fiera annuale toscana.
Il grande appuntamento per autori e casi editrici per esporre con la massima risonanza la loro merce artistica (accostamento per noi ossimorico non privo di una certa ironia).
Dunque, ho deciso di parlarvi di un libro di cui parleranno in pochi, stampato in poche copie, annunciato pochi giorni prima della fiera.
Soprattutto, scritto pochi giorni prima della fiera.
Probabilmente, è il primo libro che il lettore impiegherà più tempo a leggere di quanto l'autore abbia impiegato a scriverlo.
Intendiamoci, Stendhal scrisse La Certosa di Parma a tempo di record, Il Giocatore di Dostoevskij, per motivi legati alla condizione metaletteraria più nota della letteratura moderna, neanche a parlarne (anche Nostra Signora dei Turchi fu composto in un mese scarso, lo dico per saziare chi dice che cito sempre un noto genio salentino).
Non è, quindi, necessariamente un segno di faciloneria o scarsa qualità, l'averlo gettato sulla pagina nell'arco di un fine settimana.
Si tratta del primo esperimento puramente letterario di Mauro Uzzeo.
Per chi non lo conoscesse, Mauro è un narratore nato.
Non solo è visitato dal dono oratorio del cantastorie naturale, colui che è in grado di trasfigurare un episodio quotidiano in un memorabile aneddoto grazie a una conoscenza dei tempi narrativi, e a uno stupore intatto, iscritti nel proprio DNA;
Mauro è anche un narratore "professionista", che da anni per lavoro racconta storie.
In varie forme, su vari canali e media artistici.
Forse, la sua migliore qualità è quella di non aver smarrito (nonostante la lotta periodica con scadenze, consegne, commissioni, paletti imposti da editori e mercato) la primordiale gioia del racconto.
Mauro è un narratore vivace, generoso, a volte eccessivo, ma che mantiene sempre un contatto onesto con il lettore.
E, soprattutto, anche se può descrivere scene cruente o indugiare in particolari erotici, mantiene viva, sottesa, sempre una irriducibile innocenza.
La dichiarata, e discussa, "rivoluzione" nella Bonelli (l'innovazione c'è stata innegabilmente e non possiamo che guardarla con favore) è passata molto per le sue invenzioni, lontane degli stereotipi, o meglio, in grado di rimescolare originalmente l'immensa cultura pop dell'autore.
Il numero Tabula Rasa di Orfani in cui un personaggio parla solo attraverso citazioni di Giovanni Lindo Ferretti (prima dell'improvvida conversione la cui Damasco fu un articolo di Giuliano Ferrara) è veramente qualcosa, non solo, di mai visto prima, ma che non ci saremmo mai sognati di vedere su una testata Bonelli.
Ora, Mauro ha aggiunto un'altra pietra sghembra alla cattedrale daliniana della sua adorabile follia.
Un libro scritto in pochi giorni, stampato in poche copie, in cui invita il lettore a bruciarlo subito, poiché è un libro che "non esiste".
Le prime parole che leggiamo sono:
"Nota di Mauro per questa prima edizione limitata:
Questo libro non esiste.
O meglio, esiste, ma esiste solo per voi.
Consegnata la 300esima copia non esisterà più, non sarà ristampato e tanto io negherò di averlo scritto, quanto voi di averlo letto.
Più che un romanzo compiuto consideratelo simile a quella roba che i musicisti chiamano demo.
Una registrazione amatoriale da sottoporre al giudizio di amici e affezionati per vedere se esce fuori qualcosa di interessante o se il risultato finale è solo una serie continua di rumoracci fastidiosi.
È una raccolta di pensieri e appunti accumulati negli ultimi dieci anni della mia vita e raccontati in forma di romanzo di finzione.
Alcuni stralci sono già passati per il mio blog, altri sono stati inventati di sana pianta.
Grazie per aver riposto la vostra fiducia in questo primo esperimento, sono davvero curioso di ascoltare le vostre opinioni in merito.
Ma ricordatevi: questo libro non esiste.
O meglio, esiste, ma esiste solo per voi.
È come un segreto che, acquistando questo volume, accettate automaticamente di mantenere.
Mi raccomando."
È un libro folle, sincero, ingenuo eppure emozionante, non meditato eppure maturato da tempo, che con tutti i difetti di un'opera non rivista (sappiamo cosa diceva Hemingway della "prima versione di qualsiasi cosa") tiene incollato il lettore alla pagina.
Mauro si espone senza filtri, come un bambino innamorato della vita, apre il fiume in piena delle sensazioni, dei ricordi, delle confidenze.
Mi ha ricordato una spiegazione di Kerouac che, accostando la prosa beat all'assolo di un sassofonista bebop, notava come quest'ultimo se sbaglia una nota continua a suonare, mica ritorna indietro.
Il libro non è il capolavoro di Mauro.
È un interessante quaderno di appunti per un libro ancora da scrivere.
Ma rivela già tutte le potenzialità del caso.
Non tutti coloro che sanno sceneggiare sono in grado, poi, di saper scrivere in forma puramente letteraria.
Lui si.
Lo trovate a Lucca, compratelo.
Oppure, rubatelo, mentre Mauro è distratto a raccontare una storia.
P.S.
QUI trovate i primi due capitoli
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