La vida es sueno y los suenos son
Forse suggestionato dall'epocale ritorno del Maurizio Costanzo Show negli stanchi palinsesti berlusconiani, il mio subconscio, nutrito da letture mistiche e immagini alchemiche, mi ha accompagnato in un viaggio visionario gravido di inquietanti rivelazioni.
Credo sia mio dovere inoppugnabile condividerne l'esperienza con i miei lettori.
Lasciate ogni raziocinio, o voi ch'entrate.
Mi trovavo, dunque, unico spettatore in un deserto Teatro Parioli, il cui celebre palco (sulla cui passerella è sfilato il peggio e il meglio della cultura italiana degli ultimi 30 anni) assumeva le spaventose apparenze di un tempio massonico deviato, come nella cerimonia americana della Cremation of the Care durante il Bohemian Grove.
Unica differenza,al posto del Moloch s'imponeva un Golem mostruoso, deformazione di quello partorito dalla fertile fantasia ceccottiana.
Il sipario si chiude e poi riapre lentamente, mostrando di fatto La Loggia Nera, il celebre inferno lynchiano eternato in Twin Peaks.
Maurizio Costanzo aveva assunto definitivamente le fattezze del Barone Harkonnen, villain lynchiano per antonomasia, ormai giallo in volto, bofonchiava attraverso l'utilizzo di un decoder infernale, che deformava ogni sillaba da lui proferita in un falsetto grottesco.
Ad ogni suo osceno cenno, apparivano come spettri voraci tutte i personaggi che avevano calcato quel palco, una volta lieta passerella mondana, ora tramutato in oscuro tribunale infero.
Il tema della puntata era l'ultimo grande capolavoro del cinema italiano: no, non era La Grande Bellezza di Sorrentino, non era Il Racconto dei Racconti di Garrone.
Era TUTTI MI CHIAMANO LUCIO di Renato Blasetti.
Costanzo cominciava a introdurre quest'opera dalla gestazione tragica, porgendo di volta in volte alle anime inquiete, colpevolmente destate dal loro torpore spiritico, la parola per concedere il loro verdetto.
Maurizio Costanzo: Ah, bof, bof...cominciamo con Abbettobeuilakua, vabbène?
Alberto Bevilacqua: Con grande piacere, Maurizio, poiché TUTTI MI CHIAMANO LUCIO è un film che ho amato molto. Ho amato la struggente ricerca di un piacere impossibile, che dilania il protagonista fino quasi alla scissione, alla schizofrenia. Torna prepotente il tema del doppelganger, del resto lo stesso agognato incontro con Giorgio Moroder non è altro che un palese transfert dell'incontro, in fondo con noi stessi...
Maurizio Costanzo:Ah,tzììììì? Ah, quettoèbello.
E tu, Addobuzzi, che disci?
Aldo Busi: Ah, guarda, stavolta devo veramente concordare. Ho adorato, in particolare, l'interpretazione di Gabriele Geri: non solo veramente un bel ragazzo, ma una figura maschia,volitiva, oserei dire pregna di esaltazione vitalistica. Rappresenta con fierezza la maestà del corpo maschile: ecco,quello che ho apprezzato è come nel film si viva a testa alta questa relazione, che è palesemente omoerotica, con gioia, nel trionfo della carne, senza il fardello degli inutili sensi di colpa che torturavano quel parruccone di Testori, ad esempio...
Maurizio Costanzo: Beh,mi sembra unpofozzatta comeinteppprettazzzione, Gabbrielelapotta che disce?
Gabriele La Porta: Ma no, assolutamente...è palese come a Busi manchi completamente il zen-zo del sa-cro! Qui non si tratta di un rapporto omo-se-ssua-le,qui chiaramente si tratta di un uranismo, si, ma di tipo androgino. An-dro-gi-no! Da Andros, uo-mo, e Gyne, do-nna...
Aldo Busi: Ma stai zitta,che sei solo una repressa, con tutti quei libri di psicanalisi, invece di parlare ma fattela una...
Gabriele La Porta: For-ze!
Maurizio Costanzo: Eh, Busi, non traccendiamoperòeh. Babbaraabbetti?
Barbara Alberti: Sentite, forse ho visto un altro film: io l'ho trovato un canto all'innocenza, alla natura, alla ricerca, si, di se stessi, ma anche dell'altro, no? Dell'altro da noi, del diverso, di cui ognuno in cuor suo, è uno specchio...Poi, quell'attore, Luca Cruciani, un angelo biondo, così innocente e nel contempo sensuale, come un putto caravaggesco...forse, non sono in grado di spiegarmi, perdonatemi, non sarei dovuta venire (scoppia in lacrime istericamente)!
Selvaggia Lucarelli: Ma basta con tutte queste elucubrazioni! Si tratta palesemente di un film goliardico, fra amici! Dai, è palesemente ironico, lui che ritrova se stesso fra le montagne, fa il verso alla New Age, e andiamo, un po' di umorismo!
Maurizio Costanzo: Io nonzareicozìzzicurosefozziinte, Sevvaggia. Lucatuchedisci?
Luca Giurato: Ma guarda Maurizio, questo film io l'ho semplicemente venerato. Fin dal titolo, TUTTI MI CHIAMANO LUCA, mi ci sono proprio riconosciuto: penso sia impolsibile non salutare questo film come il buongiollo di una nuova stagione del cinema nostrano...m'è piaciuto tanto il protagonista Lucio Cruciali, e poi scusate se lo dico, ma è l'opera de 'n grande regista, Blasetti, un maestro del Neoralismo...no?
Maurizio Costanzo: Eh, Luca, mezàchetettaiabajà...
Luca Giurato: No, Maurizio, fammi parlare! Chiedo scudo se lo sottolineo, ma era dai tempi del partito sociolista che non vedevo un film così pieno di polsibitàdi interpretazione...
Maurizio Costanzo: Eh, nonpalliamodipolitica, eh, peppiacere. Adesso un po' di musica, grazie.
Dal nulla emerge il Quartetto Cetra, con alle spalle un'orchestra alla Count Baisie: appare Christian De Sica in piume di struzzo, incoronato come una dea egizia, che canta col Quartetto Sweet Transvestite dal Rocky Horror Picture Show.
Maurizio Costanzo: Vabbene, siamo arrivati in concluzione, chi manca? Ah,Bittorio te nunhaidettognente...
Vittorio Sgarbi: Ma cosa devo dire! Questo film è una me...a! Non si capisce un c...o! Che c...o mi rappresenta! Come fate a stare qui a parlarne! Capre, imbecilli, pezzi di m...a!
Maurizio Costanzo: Ah, Bittorio, mo nun esagerà,eh. Occhei, prima della sigla, consiglipegliacqquitti.
Carmelo Bene: Ve li sconsiglio! Tanto non acquistate nulla, siete voi che siete acquistati, ... acquistate un c...!
Forse suggestionato dall'epocale ritorno del Maurizio Costanzo Show negli stanchi palinsesti berlusconiani, il mio subconscio, nutrito da letture mistiche e immagini alchemiche, mi ha accompagnato in un viaggio visionario gravido di inquietanti rivelazioni.
Credo sia mio dovere inoppugnabile condividerne l'esperienza con i miei lettori.
Lasciate ogni raziocinio, o voi ch'entrate.
Mi trovavo, dunque, unico spettatore in un deserto Teatro Parioli, il cui celebre palco (sulla cui passerella è sfilato il peggio e il meglio della cultura italiana degli ultimi 30 anni) assumeva le spaventose apparenze di un tempio massonico deviato, come nella cerimonia americana della Cremation of the Care durante il Bohemian Grove.
Unica differenza,al posto del Moloch s'imponeva un Golem mostruoso, deformazione di quello partorito dalla fertile fantasia ceccottiana.
Il sipario si chiude e poi riapre lentamente, mostrando di fatto La Loggia Nera, il celebre inferno lynchiano eternato in Twin Peaks.
Maurizio Costanzo aveva assunto definitivamente le fattezze del Barone Harkonnen, villain lynchiano per antonomasia, ormai giallo in volto, bofonchiava attraverso l'utilizzo di un decoder infernale, che deformava ogni sillaba da lui proferita in un falsetto grottesco.
Ad ogni suo osceno cenno, apparivano come spettri voraci tutte i personaggi che avevano calcato quel palco, una volta lieta passerella mondana, ora tramutato in oscuro tribunale infero.
Il tema della puntata era l'ultimo grande capolavoro del cinema italiano: no, non era La Grande Bellezza di Sorrentino, non era Il Racconto dei Racconti di Garrone.
Era TUTTI MI CHIAMANO LUCIO di Renato Blasetti.
Costanzo cominciava a introdurre quest'opera dalla gestazione tragica, porgendo di volta in volte alle anime inquiete, colpevolmente destate dal loro torpore spiritico, la parola per concedere il loro verdetto.
Maurizio Costanzo: Ah, bof, bof...cominciamo con Abbettobeuilakua, vabbène?
Alberto Bevilacqua: Con grande piacere, Maurizio, poiché TUTTI MI CHIAMANO LUCIO è un film che ho amato molto. Ho amato la struggente ricerca di un piacere impossibile, che dilania il protagonista fino quasi alla scissione, alla schizofrenia. Torna prepotente il tema del doppelganger, del resto lo stesso agognato incontro con Giorgio Moroder non è altro che un palese transfert dell'incontro, in fondo con noi stessi...
Maurizio Costanzo:Ah,tzììììì? Ah, quettoèbello.
E tu, Addobuzzi, che disci?
Aldo Busi: Ah, guarda, stavolta devo veramente concordare. Ho adorato, in particolare, l'interpretazione di Gabriele Geri: non solo veramente un bel ragazzo, ma una figura maschia,volitiva, oserei dire pregna di esaltazione vitalistica. Rappresenta con fierezza la maestà del corpo maschile: ecco,quello che ho apprezzato è come nel film si viva a testa alta questa relazione, che è palesemente omoerotica, con gioia, nel trionfo della carne, senza il fardello degli inutili sensi di colpa che torturavano quel parruccone di Testori, ad esempio...
Maurizio Costanzo: Beh,mi sembra unpofozzatta comeinteppprettazzzione, Gabbrielelapotta che disce?
Gabriele La Porta: Ma no, assolutamente...è palese come a Busi manchi completamente il zen-zo del sa-cro! Qui non si tratta di un rapporto omo-se-ssua-le,qui chiaramente si tratta di un uranismo, si, ma di tipo androgino. An-dro-gi-no! Da Andros, uo-mo, e Gyne, do-nna...
Aldo Busi: Ma stai zitta,che sei solo una repressa, con tutti quei libri di psicanalisi, invece di parlare ma fattela una...
Maurizio Costanzo: Eh, Busi, non traccendiamoperòeh. Babbaraabbetti?
Barbara Alberti: Sentite, forse ho visto un altro film: io l'ho trovato un canto all'innocenza, alla natura, alla ricerca, si, di se stessi, ma anche dell'altro, no? Dell'altro da noi, del diverso, di cui ognuno in cuor suo, è uno specchio...Poi, quell'attore, Luca Cruciani, un angelo biondo, così innocente e nel contempo sensuale, come un putto caravaggesco...forse, non sono in grado di spiegarmi, perdonatemi, non sarei dovuta venire (scoppia in lacrime istericamente)!
Selvaggia Lucarelli: Ma basta con tutte queste elucubrazioni! Si tratta palesemente di un film goliardico, fra amici! Dai, è palesemente ironico, lui che ritrova se stesso fra le montagne, fa il verso alla New Age, e andiamo, un po' di umorismo!
Maurizio Costanzo: Io nonzareicozìzzicurosefozziinte, Sevvaggia. Lucatuchedisci?
Luca Giurato: Ma guarda Maurizio, questo film io l'ho semplicemente venerato. Fin dal titolo, TUTTI MI CHIAMANO LUCA, mi ci sono proprio riconosciuto: penso sia impolsibile non salutare questo film come il buongiollo di una nuova stagione del cinema nostrano...m'è piaciuto tanto il protagonista Lucio Cruciali, e poi scusate se lo dico, ma è l'opera de 'n grande regista, Blasetti, un maestro del Neoralismo...no?
Maurizio Costanzo: Eh, Luca, mezàchetettaiabajà...
Luca Giurato: No, Maurizio, fammi parlare! Chiedo scudo se lo sottolineo, ma era dai tempi del partito sociolista che non vedevo un film così pieno di polsibitàdi interpretazione...
Maurizio Costanzo: Eh, nonpalliamodipolitica, eh, peppiacere. Adesso un po' di musica, grazie.
Maurizio Costanzo: Vabbene, siamo arrivati in concluzione, chi manca? Ah,Bittorio te nunhaidettognente...
Vittorio Sgarbi: Ma cosa devo dire! Questo film è una me...a! Non si capisce un c...o! Che c...o mi rappresenta! Come fate a stare qui a parlarne! Capre, imbecilli, pezzi di m...a!
Maurizio Costanzo: Ah, Bittorio, mo nun esagerà,eh. Occhei, prima della sigla, consiglipegliacqquitti.
Carmelo Bene: Ve li sconsiglio! Tanto non acquistate nulla, siete voi che siete acquistati, ... acquistate un c...!
SIPARIO
Mi sono svegliato in preda allo spavento.
Ma ciò è nulla in confronto al terrore puro che mi ha invaso quando ho realizzato che il film ESISTE DAVVERO.
Sarà possibile vederlo oggi, al DETOUR di Roma, a Via Urbana 107,dalle 20.30.
Vi prego, venite anche voi.
Così, finalmente potrò capire se sono ancora nel sogno o meno.
Nessun commento:
Posta un commento