lunedì 23 dicembre 2013

Parlando di ZEROCALCARE su Linkiesta.it





Venerdi scorso ho pubblicato questo articolo su linkiesta.it.

Un articolo "in difesa" di Zerocalcare all'interno di un dibattito sul suo grande successo, esploso negli ultimi due anni, contrapposto all'articolo "contro" di Andrea Coccia.

Credo siano necessari alcuni chiarimenti: la cornice dialettica in forma di "ring" pro/contro, da alcuni considerata discutibile, è giocosa, non pretestuosamente polemica. 
E' palese che l'autore di maggior successo nell'ambito fumettistico nazionale non abbia bisogno di alcuna "difesa". 
Se uno legge il mio articolo, fin da l'inizio me la prendo proprio con le contrapposizioni guelfi/ghibellini che divampano su ogni artista che acceda ad una qualche forma di successo.
Un'abitudine tutta italiota, di gettare nello stesso calderone qualsiasi cosa che esca dalla nicchia nobile e autoreferenziale dell'underground. 
Per cui ci si scatena, alla cieca, nell'attacco indiscriminato a Roberto Saviano, Checco Zalone, Fabio Volo e Zerocalcare, come se appartenessero alla stessa categoria, senza discriminare e valutare ognuno dei "fenomeni" nella sua giusta luce: uno scrittore valido ma non straordinario, un comico sguaiato ma tutto sommato innocuo, una furbissima fornace di banalità spacciato come aforista per le masse e, infine, un  onesto giovane fumettista.
Ora, secondo me, è chiaro a chiunque sia sano di mente e non roso dal demone dell'invidia che, se leggiamo le classifiche dei libri più venduti e troviamo "Dodici" tra Fabio Volo e Bruno Vespa, Zerocalcare (anche se può non piacerci) rappresenti il "bene"! 
Intendo,come deve riconoscere anche il suo peggior detrattore, un autore genuino che ha successo raccontando le sue storie.
Non un prodotto dell'industria delle distrazioni di massa, né un viscido Servo del Male.
Quindi, non comprendo l'accanimento snobistico nell'affossare le sue opere.

In generale, tornando al dibattito, si è inteso analizzare, da due punti di vista diversi, ma non inconciliabili, il "fenomeno" editoriale.
Se si va alla sostanza delle argomentazioni, e non ci si ferma alla forma esteriore dell'operazione giornalistica, nessuno dei due articoli è "contro" l'artista, anzi, tanto meno la persona.
In realtà, come moltissimi lettori hanno rilevato, gli articoli credo siano entrambi equilibrati,  di fatto complementari, su alcuni punti praticamente concordi.
Le considerazioni "contro" nascono comunque dall'apprezzamento dell'autore, e le mie a "favore" non risparmiano rilievi.
Nessuna polemica parassitaria, dunque, solo il desiderio di sviscerare in maniera più approfondita un fenomeno sui cui a volte si è cianciato a caso.

Le votazioni, finora, sembrano concedermi, com'era prevedibile, una larga maggioranza di preferenze.

Qualora si confermassero questi risultati, comunque vada l'onore delle armi al mio amico Andrea per aver avuto il coraggio di interpretare lo scomodo ruolo del bastian contrario.


P.S.

Se volete ancora votare la regola è: se siete a favore votate, se siete contro...astenetevi;)

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