tag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post7343527487854351190..comments2024-02-06T04:46:26.113-08:00Comments on spezzandolemanettedellamente: Paolo Sorrentino e "La Dolce Vita" di Federico Fellini - al Cinema America OccupatoAdriano Ercolanihttp://www.blogger.com/profile/02779500512560763889noreply@blogger.comBlogger13125tag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-37820721949541439872013-09-11T13:54:15.700-07:002013-09-11T13:54:15.700-07:00Ah, no, ho collegato...https://www.youtube.com/wat...Ah, no, ho collegato...https://www.youtube.com/watch?v=vK0LwnkGOnw, che sciocco!!Adriano Ercolanihttps://www.blogger.com/profile/02779500512560763889noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-46170415199213022652013-09-11T13:53:24.325-07:002013-09-11T13:53:24.325-07:00Sennò rischi di perdere il treno anhahahhahaha!
Co...Sennò rischi di perdere il treno anhahahhahaha!<br />Concordo con la conclusione, è veramente affascinante!Adriano Ercolanihttps://www.blogger.com/profile/02779500512560763889noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-82610340740317885322013-09-11T13:04:42.240-07:002013-09-11T13:04:42.240-07:00AHAHAHAHAHAH! Comunque non ti chiederò mai di acco...AHAHAHAHAHAH! Comunque non ti chiederò mai di accompagnarmi in stazione! :-D<br /><br />M'hai convinto che il tuo è proprio amore e poco mi importa sapere un giorno chi aveva ragione. Va bene così. Una delle cose veramente belle per me è vedere da che parte e in quanti modi diversi arrivano gli stimoli e farmi stimolare anche da questo.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/05822349595609527181noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-79037013049945468372013-09-11T11:57:13.293-07:002013-09-11T11:57:13.293-07:00No, no, chiaro, non volevo utilizzare le vostre ar...No, no, chiaro, non volevo utilizzare le vostre argomentazioni l'una contro l'altra, nonostante la foto del profilo che conosci non arrivo a queste vette siderali di supercazzola ahahahah! Notavo solo come la complessità dell'operazione artistica è tale che attira rilievi non contrapposti ma inerenti ad ambiti diversi. E qui si potrebbe chiosare facilmente, come hanno fatto molti, che il film è un fiasco (poco fa scrivevamo con Al Bertino, che ringrazio dei preziosi contributi critici in altra sede, di come ad esempio Ghezzi lo abbia stroncato). Ma proprio perché la forma è il messaggio, alla Mc Luhan, per me tutti i difetti che voi potreste elencare (mancanza di linearità, lacune narrative,vaghezza nell'approfondimento psicologico dei personaggi, ambiguità estetizzante etc.) contribuiscono a farne un significante potente di ciò che il regista vuole mostrare, più che raccontare. Un film accusato di essere snob, laccato,pomposo, fintamente aristocratico, per me invece giunge (anche attraverso l'utilizzo di maschere pericolosissime del cinema nazional-popolare) a una dimensione assolutamente pop, nel senso più alto. Popolare come sono "La Divina Commedia" e "I Promessi Sposi", non banalmente mainstream tipo Madonna, né furbescamente artista alla Warhol. Per me la capriola è riuscita, per voi lo so si vede ancora la polvere per la profondità pterolifera del tonfo. Ma se un film oltre ad essere un quadro per immagini, mi commuove e mi induce all'introspezione, per me l'obiettivo è centratoAdriano Ercolanihttps://www.blogger.com/profile/02779500512560763889noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-75861802668739252692013-09-11T08:40:28.711-07:002013-09-11T08:40:28.711-07:00No, aspetta, quello che dice Leo non si contrappon...No, aspetta, quello che dice Leo non si contrappone a quello che dico io, è solo un altro aspetto. Non è che io sto negando una cosa e Leo sta negando il contrario di quello che sto negando io e quindi è vero il contrario. Estetica e messaggio non sono due cose contrapposte per cui se c'è una non può esserci l'altra. In altra sede abbiamo anche parlato dell'aspetto estetico, che è la cosa che più riesco ad apprezzare in Sorrentino, soprattutto se messo al servizio di una storia più concreta (Il Divo) rispetto a La Grande Bellezza. Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/05822349595609527181noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-60102679426216319412013-09-11T08:06:17.258-07:002013-09-11T08:06:17.258-07:00La mia sensibilità è molto vicina a quella di Mart...La mia sensibilità è molto vicina a quella di Marta. Werther, comprendo quello che dici, un film, soprattutto, sulla bellezza deve mostrare e non spiegare. Però, come vedi, da un lato viene accusato di essere estetizzante, dall'altro troppo esplicito nel "messaggio". Io credo che il dare una risposta, ancorché positiva, o tentarla, indicarla, non sia sinonimo di limite o banalità. La famosa frase "La bellezza salverà il mondo" del Principe Myskin è tratta da un comizio di pagine e pagine in favore della Chiesa Ortodossa. Sorrentino, vuole mostrare luci e ombre, in questo spesso rischia, paradossalmente altro che estetizzazione, rischia proprio di sporcarsi le mani: col banale, col volgare, con lo strappalacrime. Però secondo me questi continui salti mortali (a perenne rischio di scivolata e conseguente figuraccia) li redime, non solo esteticamente, ma anche narrativamente, proprio nell'assenza di una narrazione lineare, ma per suggestioni, impressioni, sfumature. Sfumature, che non sono gag, sfumature che magari usano anche i toni del grottesco e dell'oltraggioso, il cui rischio semmai è quello indicato da Leomacs, l'evaporazione del personaggio nella vaghezza espositiva. Insomma, secondo me Sorrentino ha provato la sfida più difficile, raccontare una contemporaneità, laida e schizofrenica, cercandovi la meraviglia, lo stupore, una paradossale innocenza. <br />Riguardo la risposta sul confronto, ho amato "Vincere", film importante, sottovalutato, Filippo Timi in stato di grazia, formalmente potente e d'indimenticabile impatto visivo ed emotivo. Sicuramente, tra le vette degli ultimi venticinque anni, film d'autore vero. Ma non ha l'ispirazione, l'ambizione (non dico raggiunta) corale, maestosa, d'affresco collettivo de "La Grande Bellezza". Un film stordente, cacofonico, ubriaco sulla solitudine e sulla ricerca della serenità. Un film sulla bellezza che si presenta come un catalogo di sboccate pacchianerie, di miserie interiori sbandierate come gioielli da ostentare. Capisco che per voi è un tentativo fallito, ma in questa contraddizione, colta, vissuta, e poi esposta nei suoi cadenti e sfuggenti rivoli, per me Sorrentino ha issato la bandiera della resistenza artistica nelle rovine contemporanee. Boh, forse perché sò romano;)) (Anzi, molti si sono arrabbiati!)Adriano Ercolanihttps://www.blogger.com/profile/02779500512560763889noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-84080327676836851792013-09-11T07:34:18.981-07:002013-09-11T07:34:18.981-07:00Per rispondere alla tua domanda, così al volo, mi ...Per rispondere alla tua domanda, così al volo, mi viene in mente Vincere di Bellocchio, che ovviamente è tutta un'altra storia (con la S maiuscola, guarda caso) ma che personalmente trovo decisamente più riuscito.<br />Il confronto però ci porterebbe lontanissimo ed io invece preferirei rimanere su altro un punto.<br />Non è che io ami necessariamente solo i film perfettamente costruiti, quelli dove i personaggi hanno il loro arco evolutivo perfettamente studiato.<br />Ho amato ed amo, anche film profondamente "sbagliati".<br />Perché se è vero che di certi film ci interessano soprattutto i personaggi ( e a Sorrentino interessano) allora questi personaggi non possono evaporare semplicemente perché la loro natura è per così dire vacua.<br />Quello che ho avvertito,da un certo precisissimo punto del film in poi, è che del personaggio di Gambardella e della sua corte non me ne fregava assolutamente più nulla.<br />Non sono riuscito a perdermi con il personaggio nella sua ricerca impossibile.<br />Non sono riuscito a godere del suo "Errore di sistema", come manifestazione del bello.<br />Come un cavo staccato di netto.<br />Tutto qua.<br /><br />Leohttps://www.blogger.com/profile/04923502615546004641noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-7426181026155650292013-09-11T07:23:08.400-07:002013-09-11T07:23:08.400-07:00ho scritto Joice -_- (oltre a tutte le altre enorm...ho scritto Joice -_- (oltre a tutte le altre enormità)Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/05822349595609527181noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-63442853716173585922013-09-11T07:21:22.031-07:002013-09-11T07:21:22.031-07:00Il problema, secondo me, è che tolto l'effimer...Il problema, secondo me, è che tolto l'effimero del non esplicitato, effimero perché altamente, totalmente soggettivo quasi fino all'imparzialità (perché tanto più la soggettività si allontana dall'oggettivo e tanto più si può arrivare ad una totale e splendida imparzialità), rimane il messaggio esplicitato nella chiave di lettura. Intendo dire che Sorrentino ha fatto quello che Fellini non ha fatto nel suo film. E come Fellini, non l'hanno fatto Celine, piuttosto che Dostoevskij, piuttosto che Joice, piuttosto che Leopardi, piuttosto che ogni grande scrittore che si sia preoccupato di indagare l'essere umano. Si è preoccupato spasmodicamente di dare una chiave di lettura dall'inizio alla fine del film. La citazione a Flaubert, che diventa stucchevole nel finale, la volontà di indicare ciò che è buono rispetto a tutto il resto, mangiare le radici perché è importante. Ma a me che me ne fotte! Ma se mi leggo Celine e capisco solo quello che posso capire, dove è il problema? Celine non si è preoccupato mica di esplicitare tutti i piani di lettura, Fellini non se ne è preoccupato, per questo motivo ritengo questo film puerile. Perché su tutto in quel preciso momento si è preoccupato di non essere frainteso e in questa preoccupazione, guarda un po', è stato frainteso. È per questo motivo che lo ritengo puerile, per questa volontà inderogabile di spiegare. Non ho bisogno che mi spieghi, non perché sono abbastanza intelligente da comprendere da solo, ma perché mi stai togliendo la possibilità di indagare da me quello che mi hai lasciato e se nella mia indagine tralascio delle cose, non è un problema tuo, non è più un problema di te artista nel momento in cui hai reso la tua opera al pubblico. È come se sotto alla pietà Michelangelo m'avesse messo una targhetta che mi spiega che sto vedendo, quello lo facciamo noi ignoranti di mettere le targhette a ciò che vediamo.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/05822349595609527181noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-73919660697139110022013-09-11T06:56:30.802-07:002013-09-11T06:56:30.802-07:00personalmente credo che Sorrentino abbia immortala...personalmente credo che Sorrentino abbia immortalato l'eterno dissidio interiore che attanaglia l'uomo proprio perchè il bene ed il male possono essere ambedue irresistibili se accumunati dalla bellezza..e a me piace come lo fa, in una maniera che mi sembra molto ironica, da testimone....Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/14994916799677859887noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-10580688211833541782013-09-11T06:20:21.139-07:002013-09-11T06:20:21.139-07:00Ciao, Leo! Grazie del commento, innanzitutto.
E...Ciao, Leo! Grazie del commento, innanzitutto.<br />E' molto interessante quanto questo film abbia diviso nettamente molte persone che conosco e stimo, di equiparabile cultura e senso estetico. Ne scrivevo ieri con Werther dell'Edera, ad esempio, che anche esprimeva un parere complessivamente negativo.<br />Secondo me, invece, pur comprendendo il senso delle vostre critiche, c'è uno sguardo più profondo. Il film, è vero, è rapsodico, frammentario, narrativamente disconnesso...ma perché quella è la condizione esistenziale che vuole narrare: quella del flaneur disilluso, annoiato e smarrito nella mirabolante superficialità del mondano, vano divertissement, della cui ingannevole inconsistenza è tristemente consapevole. E' un tema profondo, antico, che ha radici nei grandi scrittori russi dell'Ottocento. E' anche il tema, appunto, de "La Dolce Vita". Possiamo, dunque, discutere sulla profondità o sull'onestà di Sorrentino. Io non credo sinceramente che la bellezza estetica del film sia un diversivo, o un trucco paralizzante. Può essere, si compiaciuto, ma non è un compiacimento letale, come quello per esempio di D'annunzio in letteratura. Per me i temi affiorano, e cruciali. Non sono sviluppati a dovere? Sono semplicemente enunciati, senza approfondimento? E' vero, ma perché cosi avviene nella mente di un personaggio come Jep Gambardella, schiavo del proprio pigro talento, narcotizzato da uno stanco benessere. Un'intelligenza ripiegata su se stessa nella comodità di una saggezza pessimista, che può essere riscossa, destata solo da un'epifania improvvisa, violenta, illuminante. Anche, se vogliamo, insensata, almeno apparentemente. Ciò che è manifestazione del Bello, è oltre i limiti della mente, quindi può apparire Terribile (come in Rilke), Crudele (come in Baudelaire), oppure insensato, quasi un errore del sistema, una pausa improvvisa e inaspettata nell'Oceano di Male (come in un certo senso in Cèline, che Sorrentino cita e a cui manifestamente si ispira). Come ho detto a Werther, un film cosi ambizioso e pretenzioso mostra il fianco a critiche forti, sta alla sensibilità, e anche al gusto estetico dello spettatore, condonare benevolmente le cadute di stile (redente dalla grandiosità del disegno d'insieme), o al contrario condannarle come pecche imperdonabili, lacune strutturali di un'architettura traballante. Comunque, io credo che il film voglia farci vedere che in realtà siamo tutti noi gli abitanti delle terrazze, e chi trova il proprio fondo di umanità e solo chi rinuncia alla maschera comoda del benessere fittizio, per tornare a cercare, a scavare, a rimettere in discussione se stesso, le proprie scelte, la propria splendida, illusoria, soffocante posizione. Sono temi eminentemente novecenteschi (da Joyce appunto a Cèline), anche se affondano ripeto le radici nelle pagine di romanzi del secolo precedente (Oblomov, su tutti), e sicuramente già affrontati da Fellini. A questo punto, volevo ricordare che, come per Sorrentino, prima delle celebrazioni estere, anche lui, ancora non diventato il monumento vivente al cinema nostrano, veniva accusato di essere cialtrone, bugiardo, compiaciuto e truffaldino. Come scrivo, è la contemporaneità che rende miope la critica. Se fossi stato a Newport nel '65 forse avrei sputato sul palco di Dylan, mentre oggi considero quel momento come la più grande manifestazione della libertà dell'artista nella cultura pop. Il fatto, comunque, che il film desti innamoramenti appassionati o critiche violente testimonia la sua unicità nel panorama attuale. Anche se lo considerate un tentativo clamorosamente fallito, trovatemi un film italiano negli ultimi 25 anni che può essergli messo accanto per ambizione, respiro, abilità tecnica e performance attoriale. "La Grande Bellezza" è comunque una maestosa interiezione, anche se interrogativa (visti i dubbi che pone e desta) o impropria (visti gli epiteti che si becca), nella sciatta prosa della cultura italiana contemporanea. Scusa lo sfogo, ma ho materiale per un libro...;)))Adriano Ercolanihttps://www.blogger.com/profile/02779500512560763889noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-13436582730361743832013-09-10T15:51:30.147-07:002013-09-10T15:51:30.147-07:00Sono Leomacs, eh?
Ho pubblicato il commento preced...Sono Leomacs, eh?<br />Ho pubblicato il commento precedente da un altro account.<br />SalutiLeohttps://www.blogger.com/profile/04923502615546004641noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1579583713791613454.post-56772831782468128382013-09-10T15:49:41.187-07:002013-09-10T15:49:41.187-07:00Premetto:
Non sopporto più Sorrentino da diverso t...Premetto:<br />Non sopporto più Sorrentino da diverso tempo, ma intervengo perché trovo che tu abbia colto un punto importante sul rapporto che c'è tra il regista e la sua opera.<br />Sorrentino è un abile affabulatore perché mischiando le carte in continuazione riesce sempre a sviare l'attenzione da molti aspetti (giustamente) criticabili del suo lavoro.<br />La cosa grave, a mio avviso, è che fa praticamente la stessa cosa con i suoi film, che sono privi, per l'appunto, di una palpabile poetica.<br />Film ricolmi di una estetica che paralizza, ma che paralizza la narrazione stessa per avvitarla in una girandola di situazioni ( o gags?) dove vige solo il perculamento fine a se stesso.<br />Alla fine del film siamo tutti contenti e sollevati di essere così diversi dagli insopportabili abitanti delle terrazze, che sono tutti delle merde, e che però in fondo in fondo sono anche umani.<br />Tutto questo è inutilmente consolatorio e intellettualmente disonesto.<br />La Dolce Vita può essere inteso come ineludibile precedente de La Grande Bellezza soprattutto per farci riflettere su quanto si è brutalmente semplificato e impoverito il linguaggio del nostro cinema contemporaneo.<br /><br /><br /><br /><br />Leohttps://www.blogger.com/profile/04923502615546004641noreply@blogger.com